La mia vita con un po' troppo testosterone per casa...
Ho modificato la grafica del blog. Quella sullo sfondo è l'incasinatissima libreria di casa Piselloni...
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giovedì 31 maggio 2012

Sotto le scarpe


Penso che ad ogni mamma capiti qualche volta di esaurire le batterie della mammitudine.
Sono convinta che non esista al mondo nessuna “mamma perfetta” che trovi i propri figli SEMPRE bellissimi, buonissimi, carissimi, amorevolissimi ciccini cicciò.
E’ come se l’istinto materno in qualche modo si eclissasse per qualche istante, puff…sparisse di colpo. Qui in Veneto (ma un po’ dappertutto) usiamo un’espressione molto simpatica: “è finito sotto alle scarpe”, per dire di qualcosa che si abbassa di livello e raggiunge i minimi storici.
Con Checco mi succede in un momento ben preciso.
Non è quando si dimena sul fasciatoio come un’anguilla perché non vuole essere cambiato.
Non è quando, così da niente, va da suo fratello, gli dà uno spintone e lo fa cadere.
Non è quando ti chiede una cosa con l’insistenza di un martello pneumatico e quando poi tu sfinita gliela dai ti dice No, non voglio.
Non è quando gli chiedi di fare una cosa e sistematicamente ti risponde di no.
Non è quando rifiuta quello che gli prepari da mangiare e per di più si mette a giocare con il cibo facendo briciole ovunque e rovesciando il bicchiere di succo.
Non è per i capricci, che pure sono tanti e frequenti.
Queste cose mi fanno arrabbiare, mi fanno perdere la pazienza, mi fanno spesso urlare, ma le posso gestire.
Il mio istinto materno nei confronti del mio bellissimo primogenito si dissolve nel momento della messa a letto.
E sì che da buona allieva di Tata Lucia seguo il seguente schema:
bagno prima di cena
cena
dopo cena il più possibile tranquillo, un po’ di televisione e un po’ di lettura
preghierine
a letto ore 20.30
E qui comincia la catastrofe.
Mentre il piccolo, pacioccone Paio si agita nel suo lettino per cinque minuti cinque per poi entrare in stato semi comatoso per le successive 10 ore, Checco NO. Checco prima di addormentarsi ci mette se va bene mezz’ora, in media 40 minuti, nei casi peggiori più di un’ora. Poi per carità anche lui dorme tutta la notte ma ogni sera è un’odissea. Resa ancora più tragica dal fatto che mi vuole lì con lui, seduta accanto o addirittura sdraiata vicino per tutto il tempo…
Prima c’è la fase iperattiva: si mette seduto, si sdraia, coperte sì, coperte no, calci al muro, pugni al muro, gioco delle ombre, pancia in giù, pancia in su, di fianco, piede fuori dalle coperte, testa giù dal cuscino.
Poi si calma, ma non è ancora finita. Lui è lì tranquillo nel suo letto, ma NON DORME! Occhi spalancati! Ogni tanto mi frega, penso sia giunta l’ora, inizia ad abbassare le palpebre…ma no! Di nuovo occhi spalancati.
Prima gli canto la ninna nanna, poi sto lì, zitta zitta, gli tengo la mano… ma ogni minuto mi sembra duri un millennio. E sto buona, calma, serafica, non mi piace arrabbiarmi prima della nanna, ma dentro di me ribollisco come una pentola di fagioli e qualche volta sbotto pure.
E poi sto benedetto ciuccio (lo so è un po’ grandino, ma che ce voi fa’)… Giuro, non sopporto, ma proprio mi fa toccare i vertici del nervoso, tanto da essere costretta a tapparmi le orecchie, quel rumore fastidiosissimo che produce ciucciando (“paciolare”, si dice in dialetto…).
Così, tutte le sante sere.
E Dio non voglia che in televisione diano qualcosa che mi piacerebbe proprio vedere…la bestia aziona i sensori e ci mette ancora di più!
Sogno il giorno in cui accompagnerò amorevolmente i pargoli in cameretta, rimboccherò loro le coperte, un libro, una preghiera, un bacio ad entrambi e poi…piano piano me ne andrò, chiuderò dolcemente la porta lasciandoli sereni tra le braccia di Morfeo mentre io mi fionderò sul divano insieme a Maschio Alfa a vedere LOST e mangiare cioccolata!
Per il momento ogni sera, presa dal vortice di bile che mi rode il fegato, pontifico Basta, io non lo addormentò più, da domani a letto col padre! Oppure: Basta! Domani vado in farmacia e gli prendo il Melamil, lo drogo per la miseria. Per ritrovarmi la sera dopo ancora io, la mamma, senza Melamil per il bimbo, ma con un Maalox in bocca.
Sarà l’istinto materno che rifà capolino…

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