La mia vita con un po' troppo testosterone per casa...
Ho modificato la grafica del blog. Quella sullo sfondo è l'incasinatissima libreria di casa Piselloni...
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lunedì 26 novembre 2012

Santa pazienza



Il Manuale del Perfetto Genitore oggi propone il seguente quesito: quanto è giusto assecondare tutte le richieste dei propri figli nell’esatto e preciso momento in cui vengono formulate, onde evitare ai piccoli indelebili traumi psicologici da abbandono genitoriale? Quanto è giusto insegnare ai propri figli a portare pazienza? Dove sta il confine?

Esempio numero 1: CHECCO.
Checco ha la capacità di chiedermi qualcosa SEMPRE nel momento in cui sto facendo qualcos’altro, di solito qualcosa di urgente ed improrogabile. Tanto per dirne una, posso stare sicura che lui mi chiede il the mentre io sto cambiando il pannolino caccoso del Paio. Ora, non potendo lasciare il Paio col culetto per aria, gli dico “Checco, arrivo subito, aspetta che finisco qui”. Tempo 30 secondi e lui “Mamma, vorrei un po’ di the!”. Ma dico, non ha sentito? Stai così morendo di sete da non poter aspettare un minuto? Forse ti sto facendo crescere con la ferita di una madre che non ti capisce? Che non ti ama? Forse da grande penserai che tua madre preferiva tuo fratello a te? Forse per questo maturerai istinti omicidi nei confronti di tuo fratello?

Esempio n. 2: PAIO.
Paio è in una fase di Mammite acuta, vuole sempre e solo la mamma. Il che significa che non posso neanche andare in bagno senza sentire urla disperate provenire dal salotto, al ritornello di Vojo mama!!!!!!! Il che significa che se vedete per strada una coi capelli in disordine, una borsa gonfia di roba su una spalla e sull’altra una cozza di 10 chili coi riccioli biondo svedese, ecco, quella sono io col Paio. Perché il Paio vuole sempre stare in braccio alla mamma. “Su, su”, mi supplica con le braccine in alto. Certo, da un lato anch’io ho tanta voglia di tenermelo vicino, di coccolarmelo, del resto è il mio cucciolotto e gli voglio un bene dell’anima. Ma ho anche diritto ai miei spazi, avrò anche diritto a fare pipì! Senza contare che ha 20 mesi, non due, e che la mia schiena sta subendo dei seri danni. Piccola stella, se una volta ogni tanto non ti prendo in braccio e ti faccio camminare ne risentirà della tua personalità? Avrai nel subconscio il trauma di una madre insensibile che non ti dava l’affetto che le chiedevi? Avrai problemi nel relazionarti agli altri e diventerai sociopatico e pericoloso?

Esempio n. 3: ancora CHECCO.
Oltre ad essere la mamma di Checco e Paio, io sono la moglie di MaschioAlfa. Anzi, sono moglie, prima che mamma (in ordine cronologico). Può succedere che marito e moglie abbiano il desiderio di parlare tra di loro, o no? Allora, perché se io e tuo padre stiamo dialogando tu, Checco, amore di mamma, senti il bisogno impellente di raccontarmi proprio in quel momento di quando eri piccolo e sei salito sulla petroliera e hai incontrato Saetta MacQueen? Non puoi aspettare un secondo? In fin dei conti siamo stati insieme tutto il pomeriggio, mentre tuo padre è appena tornato a casa. Non mi sembra di chiederti molto. Forse crescerai con la ferita di una madre che non ti ascoltava? Che non ti amava? Forse ti rifugerai nella tossicodipendenza perché la tua scriteriata mamma qualche volta parlava con suo marito invece che con te?

E soprattutto, perché mi sembra di sbagliare in qualunque modo mi comporti?

10 commenti:

  1. Ciao, ti ho seguita fin qui da un blog di cucina e mi piace molto il modo in cui descrivi la tua vita di moglie/mamma/donnatuttofare! ;-)
    Anche in casa mia ci sono solo uomini e la scenetta di mio figlio che mi chiede SEMPRE qualcosa quando rientra il papà da lavoro è ormai solita. Dico io tutto adesso ti sta venendo in mente? annotare su un taccuino (ha 3 anni!!!) e chiedertmele dopo, magari a 18 anni, no?! Se ci fosse il manuale della brava donna multitasking lo acquisterei ma...in attesa mi affido al mio buon senso.
    Buon inzio di settimana e a presto!
    Marinella

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  2. Grazie mille! Che gentile!!!
    Ecco, il buon senso penso sia la strada giusta...

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  3. Altra città, altra casa, altra famiglia, stessa scena!!!!!! Soprattutto con esempio n° 3, tanto che a volte, per comunicare con il Principe, io scrivo mail....non scherzo!!!!

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    1. Oppure noi aspettiamo la sera, quando i pupi dormono. Peccato che la sera si crolli sfiniti sul divano...

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  4. La storia del "traumatizzare" è di moda fra molti psicologi ultimamente.
    Personalmente non seguo la strada del "non traumatizzarli", proprio come te!

    Loro vivono mettendoci alla prova in continuazione, ma se per non creare traumi, vengono quegli psicologi a dargli il the appena lo chiedono, mentre tu cambi tranquillamente la cacca, allora li sosterrò con entusiasmo pure io!

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    1. Basta che questi psicologi si offrano per cambiare loro la cacca...

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  5. Parlare con il marito senza nani strillanti e appiccicati alle gambe?!? What's parlare con il marito senza nani strillanti e appiccicati alle gambe?!?!
    Mi sa che i miei saranno molto molto traumatizzati visto che hanno 14 mesi di differenza e alla fin fine c'è sempre uno/a che piange perché sto dando attenzione all'altro/a!

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    1. I miei hanno imparato a litigare sul di chi è la mamma "E' mia!" "No, è mia!"

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  6. U-GU-A-LE! La mia Tata è mammadipendente come i tuoi nani. Il momento più difficile per noi (per noi intendo lei e me) è quello in cui devo andare al lavoro. Un attimo prima era serena che giocava sul tappeto con Puffoforzuto, ma appena mi vede indossare il giubbotto... 1,2,3... pianto!! Idem la sera quando torno a casa e voglio raccontare a Puffoforzuto la mia giornata: mammaaaa, cacca (e non è vero)... mammaaaa, acca (ha semore sete la mia pallina)...

    Però devo dire che tu te la cavi benissimo e saprai divivderti tra tutti e tre i tuoi amori col pisello.

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    1. Mamma mia, quella di simulare la cacca è fantastica!
      Grazie di essere passata!

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